Difficil' è nell'onde acerbe, e crude, quando l'irato mar poggia, e rinforza, tener dritto il timone; ma non deve però esperto nocchier perder sì l'arte, che dall'ira del mar rimanga vinto senza opporsi al furor; chè spesse volte vinse l'altrui valor l'aspra tempesta. - Giambattista Giraldi Cinzio

sabato 15 giugno 2013

Rebus

DURAN 







GAZ            



V


D


TE








Soluzione: [Durante la navigazione manovre delicate]
                                                        

venerdì 7 giugno 2013

Sintesi finale

Questo blog, incentrato sul percorso tematico "Tecnologia e navigazione", è nato con l'intento di dare vita a un'istruttoria intorno alle tecniche di navigazione e all'evoluzione del mezzo di trasporto navale nel tempo. Dopo una breve introduzione e un primo tentativo di definizione e di contestualizzazione, generale e geografica, del termine "navigazione", ho scelto il romanzo "Heart of darkness", di Joseph Conrad, come terreno di ricerca e come scenario per identificare connessioni con l'argomento madre, e ho definito una mappa concettuale, eretta a punto di riferimento durante la lettura del romanzo (citazioni capitolo 1, citazioni capitolo 2, citazioni capitolo 3). Composto l'abecedario, ho iniziato a leggere il libro testo di riferimento (Storia delle macchine) al fine di rintracciare, secondo criteri cronologici, relazioni con il tema scelto all'interno del processo evolutivo della tecnologia: sono partito dalla preistoria, tra realtà e racconti mitologici, sono passato poi alla Commedia dantesca, alle opere degli ingegneri tardo-medievali e rinascimentali e al mondo orientale del XIII e XVI secolo, e sono, infine, arrivato alle prime enciclopedie e ai celebri inventori dell'epoca industriale, John Harrison, John Wilkinson,  Robert Fulton.
Per rendere la lettura più piacevole, ho pubblicato post relativi a determinate suggestioni: quadri, film, canzonibrevetti, fumetti e francobolli; unità di misura; personalità eccelse; simboli e carte; rebus.

giovedì 6 giugno 2013

Giovanni Caboto: una grande e spiccata personalità.

Tra i grandi esploratori del passato che hanno reso celebre il nome della nazione italiana vi è senza dubbio Giovanni Caboto, nato, secondo un'ipotesi incerta concepita da una parte della critica, a Gaeta (città natale del sottoscritto) intorno al 1440 e presente nel Codex diplomaticus cajetanusraccolta di documenti storici risalenti al medioevo riguardante il territorio che fu del Ducato di Gaeta.


Lastra commemorativa situata in Lungomare Caboto, Gaeta

Se è incerta la sua città d'origine (Genova, Savona, Chioggia o Gaeta), è comunque noto che dimorò molti anni a Venezia ed ebbe la cittadinanza veneziana (1476).

Bassorilievo situato a Venezia

Caboto iniziò la serie dei grandi viaggi per scoprire le terre verso nord-ovest, continuando di fatto l'opera di Cristoforo Colombo, e impegnò i suoi sforzi per raggiungere le Indie navigando verso ovest, in quanto aveva intuito che Colombo non aveva raggiunto l'Estremo Oriente .
Si rivolse ai reali di Spagna affinché gli finanziassero una spedizione esplorativa che avrebbe seguito una rotta più a nord. Ma non ricevette il loro appoggio e nel 1496 si trasferì in Inghilterra, dove ottenne l'autorizzazione del Re ma non il finanziamento. Caboto organizzò la spedizione a proprie spese, e nonostante avesse armato 5 navi ,il 2 maggio 1497 solo una di esse, il Matthew, (una nave da 50 tonnellate con un equipaggio di 18 uomini) salpò per il viaggio. 


Francobollo commemorativo, 1947, USA

Nel 1497, approdò sull'isola di Cap Bréton e toccando la Nuova Scozia, e avvistando l'isola di Terranova. 


I viaggi di Caboto

Anch'egli però si illuse di essere arrivato all'estremità Nord Orientale dell'Asia e ne prese possesso in nome di Enrico VII. Dopo un'assenza di circa 3 mesi, ai primi di agosto, il Matthew ritornò a Bristol e la notizia delle nuove scoperte fu accolta in Inghilterra con grande giubilo anche tra la popolazione, naturalmente alla corte spagnola sortì l'effetto contrario. Dopo questo successo, Enrico VII autorizzò Giovanni Caboto ad una spedizione di 6 navi e 200 uomini di equipaggio, il cui scopo era di colonizzare le nuove terre e proseguire nella ricerca di altre.In realtà la speranza era quella di raggiungere il favoloso Cipangu (l'odierno Giappone).
La spedizione partì nell'estate del 1498, e con Caboto vi era anche il figlio Sebastiano. Dopo questa spedizione in cui Caboto toccò il Labrador e costeggiò la Groenlandia meridionale, di lui non si ebbero più notizie.




giovedì 30 maggio 2013

Robert Fulton e le costruzioni navali

Robert Fulton, inventore statunitense (Fulton, 1765-New York 1815), nel corso della propria vita si distinse per ingegnose costruzioni meccaniche e navali.


Robert Fulton 200º anniversario, USA 1965

Il primo brevetto di cui egli fu titolare fu relativo a sistemi di elevazione delle acque nei canali per il trasferimento delle chiatte
Egli si interessò poi allo studio di sommergibili e, con l'appoggio del governo francese, realizzò nel 1801 il piccolo sottomarino Nautilus, la cui elica era azionata a mano. 




Il Nautilus, 1801
Successivamente Fulton si occupò del problema dell'applicazione del vapore alla propulsione delle navi e nel 1803 sperimentò sulla Senna un primo battello a vapore.


A Parigi Fulton presenta il suo battello a vapore a Bonaparte nel 1803
Rientrato negli Stati Uniti, lavorò alla progettazione del piroscafo Clermont, provvisto di apparato motore Watt e Boulton, che compì la sua prima crociera sull'Hudson, da New York ad Albany, il 17 agosto 1807 e in seguito fu adibito al disimpegno di un regolare servizio postale. 


Il Clermont, 1807

Nel 1814 costruì la prima unità militare con propulsione a ruote, alla quale fu dato il suo nome.

sabato 18 maggio 2013

Cuore di tenebra: Citazioni e commenti del capitolo 3

Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Milano: Feltrinelli, 2011 (15a ed.)

Citazioni rilevanti del capitolo terzo.


<<Per mesi qui non c'è stata né una goccia di medicinali né una cucchiaiata di cibo per malati.>>
L'autore ribadisce ancora una volta le condizioni precarie in cui versava l'equipaggio spedito a ricercare avorio.

<<Il russo mi battè sulla spalla. Balbettando borbottò qualcosa su "fratello marinaio.[...] >>
Il legame tra i marinai è talmente forte e indelebile da incoraggiare i membri dell'equipaggio ad a superare difficoltà di qualsiasi genere.

«La scura corrente si allontanava rapida dal cuore della tenebra, portandoci giù verso il mare a una velocità doppia di quella della nostra risalita. >>
Il poeta dà informazioni sugli effetti delle correnti marine.

<<Ma non avevo tanto tempo da dedicargli, perché dovevo aiutare il macchinista a smontare i cilindri che perdevano, a raddrizzare una biella piegata, e a fare altre riparazioni. Vivevo in un'infernale bolgia di ruggine, limatura di ferro, dadi, bulloni, chiavi inglesi, martelli, trapani a cricco, tutte cose che detesto, perché non mi ci raccapezzo. Badavo alla piccola fucina che fortunatamente avevamo a bordo, e sfacchinavo spossato in quel miserabile mucchio di ferraglia, tranne quando i brividi della febbre mi impedivano di reggermi in piedi.>>
Conrad fornisce una dettagliata descrizione del battello e degli utensili atti alla riparazione e alla manutenzione.

domenica 12 maggio 2013

John 'Iron-Mad' Wilkinson e la prima nave in ferro


Il 14 Luglio 1787 John Wilkinson varò nello Shropshire la prima barca realizzata interamente in ferro e utilizzata per scopi commerciali sui canali navigabili e all'interno delle gallerie sotterranee scavate in Inghilterra per ridurre i costi del trasporto delle merci.



Moneta commemorativa, 1755

"John Wilkinson then turned his attention to building iron boats and barges. He carried out experiments at Bradley in Bilston and had his own section of canal, off the main canal. He had an ingenious smith (one of his foremen), and he was all set to work. Finally, on July 14th 1787, the boat was ready for launching. Great crowds assembled, many great industrialists amongst them, and the firing of 32 pounders announced the crucial moment ... and the iron boat entered the water with a triumphant splash ... The first iron boat was launched at Bradley, Bilston, on July 14th 1787, and the very first iron boat in the world floated on the Bilston canal."  (tratto da <http://www.blackcountrybugle.co.uk/News/Where-was-the-first-iron-boat-really-launched-2.htm>)

sabato 11 maggio 2013

John Harrison e la longitudine

Verso la fine del '600 e l'inizio del '700, una problematica di grande rilevanza era rappresentata dall'impossibilità di calcolare la longitudine durante la navigazione. Tale situazione di incertezza e di pericolosità era particolarmente sofferta dagli inglesi, dominatori i mari con le loro flotte. 
Nel 1714 si costituì in Inghilterra una commissione che, con l'apposito Longitude Act, istituì premi di entità variabile per chi avesse inventato un cronometro marino in grado di determinare la longitudine con ottima approssimazione.
La "sfida" fu accettata da John Harrison (1693-1776), figlio di un falegname, il quale costruì il suo primo cronometro marino nel 1715, composto essenzialmente da parti di legno.

John Harrison

Nel 1735 egli presentò il cosiddetto number one, uno strumento massiccio azionato da due bilancieri, collegati da fili metallici in modo che i rispettivi movimenti fossero opposti l'uno all'altro, così da neutralizzare gli effetti del movimento della nave. 

Number one

Lo strumento fu sperimentato durante una traversata da Londra a Lisbona sulla nave "Centurion" ma, sebbene il risultato fosse positivo, la piccola differenza di longitudine tra le due località non ne garantiva le prestazioni. Dopo diciassette anni Harrison presentò il terzo esemplare.

Fu, quindi, sorprendente il suo quarto cronometro, il famoso number four, cronometro piatto del diametro di circa 12 cm, non molto diverso dagli orologi da taschino usati fino a qualche decennio fa.

Number Four

martedì 7 maggio 2013

La navigazione nelle prime enciclopedie

Ephraim Chambers fu autore di "Cyclopaedia or an universal dictionary of arts and sciences", un'opera a fascicoli organizzati secondo criteri scentifici, stampata per la prima volta in lingua inglese a Londra nel 1728 in quattro volumi e considerata la prima enciclopedia della storia.

Nell'immagine, cercata negli archivi, è presente la definizione in inglese di navigazione alla voce "Sailing".




L'Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri (Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers nel titolo originale), pubblicata nel XVIII secolo in lingua francese da un consistente gruppo di intellettuali sotto la direzione di Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert rappresenta il primo esempio di moderna enciclopedia. A differenza dell'enciclopedia di Chambers, i 21 volumi di tavole chiare e dettagliate di Diderot e d'Alembert possiedono una struttura illustrativa portante molto vasta.


Per approfondire la voce "navigazione", cliccare sul seguente link: <http://quod.lib.umich.edu/d/did/did2222.0001.567/--sailing?rgn=main;view=fulltext;q1=sailing>



Illustrazione di una nave nell'Enciclopédie


lunedì 6 maggio 2013

Cartografia e simbologia

Per orientarsi nella navigazione si usano le carte nautiche, particolari carte geografiche che rappresentano il globo terrestre su una superficie bidimensionale grazie alla proiezione. Le carte fanno, inoltre, uso di una serie di simboli e di convenzioni standardizzate.

Le proiezioni cartografiche
Le proiezioni cartografiche consistono nel proiettare l’immagine della terra su un piano. 
Esistono diversi tipi di proiezione: azimutale, cilindrica, conica. Ognuna di esse comporta delle tipologie di deformazioni diverse. Le proiezioni variano a seconda del punto in cui si applica il foglio su cui proiettare e del punto da cui proviene la luce che serve a proiettare 


Il sistema di proiezione cilindrica


Oltre alle proiezioni cartografiche esistono poi le rappresentazioni cartografiche, dove il disegno del reticolato viene ottenuto con degli artifizi matematici. Esse possono essere basate su:
  • isogonia o conformità: sulla rappresentazione cartografica vengono conservati inalterati gli angoli tra imeridiani e i paralleli;
  • equivalenza: sulla rappresentazione cartografica vengono conservate inalterate le aree;
  • equidistanza: sulla rappresentazione cartografica vengono conservate inalterate le distanze.

La carta di Mercatore

La proiezione di Mercatore è una proiezione cartografica isogonica, cilindrica, con tangenza all’equatore. È stata costruita nel 1569 dal cartografo fiammingo Gerhard Kramer (italianizzato in Gerardo Mercatore).
La proiezione di Mercatore rappresenta i meridiani e i paralleli come linee rette verticali e orizzontali perpendicolari tra loro. 
L’utilità della proiezione di Mercatore è che una rotta tracciata sulla carta con una linea retta incontra tutti i meridiani sotto un angolo costante. 
Carta di Mercatore


Le carte nautiche

Per poter fare uso corretto delle carte nautiche è necessario essere a conoscenza di una serie di simboli standardizzati. 
Nel titolo della carta sono indicate varie informazioni : stemma, località, proiezione, scala, riferimento geodetico, indice grafico, avvertenze, correzioni, riferimenti per le quote, scala grafica e fonte topografica. 
La scala restituisce il rapporto tra distanza sulla carta e distanza nella realtà. 
In funzione della scala, le carte nautiche vengono suddivise in:
  • carte generali: che sono a piccolissima scala e servono per la pianificazione di una traversata oceanica e rappresentano una porzione ampia della superficie terrestre;
  • carte particolari: che sono a scala intermedia, usate nella navigazione costiera;
  • piani nautici: che sono carte a grande scala e rappresentano una piccola porzione della superficie terrestre quali porti, baie o canali.
I simboli vengono invece utilizzati per rappresentare molti particolari sia naturali che artificiali, di grande importanza per il navigante.


Simboli nautici


venerdì 3 maggio 2013

Navigazione e francobolli in Italia

Dal 1977 al 1980 le Poste Italiane pubblicarono quattro serie di francobolli, da quattro esemplari ciascuna, dedicate alle "Costruzioni navali italiane".
In questo post vorrei proporvi il pezzo da collezione più pregiato di ognuna delle quattro serie e specificare il contesto storico e le caratteristiche tecniche dell'imbarcazione rappresentata.

1977: La motonave "Saturnia"fu costruita a Monfalcone per la Cosulich - Società di Navigazione Triestina nel 1925.


1978: La fregata lanciamissili "Lupo F 564", classe "Lupo", impostata nel 1974 presso i Cantieri C.R.R.T. di Riva Trigoso, e varata nel 1976


1979: La corazzata a torri "Dandolo" - classe "Duilio", riscosse, con le unità della stessa classe "Duilio", "Italia e "Lepanto", l'ammirazione di Garibaldi che da Caprera così scrisse il 27 febbraio 1880:

Da Antonio Gallizioli, Cronistoria del naviglio nazionale da guerra (1860-1906), Milano: 1906


1980: La nave "Castoro" è stata la prima posatubi in grado di operare oltre i 600 metri di profondità, per la ricerca petrolifera in alti fondali. Fu costruita nei Cantieri San Marco di Trieste e ha uno scafo non comune, costituito da due corpi tipo catamarano semisommergibili, su cui poggia la piattaforma di lavoro, sorretta in superficie da due coppie di torrioni.

Navigazione e fumetti

Hugo Pratt definisce il fumetto come "letteratura disegnata", cioè come opera narrativa o saggistica contenente un significato letterario, mentre Will Eisner lo definisce come "arte sequenziale", cioè come mezzo di comunicazione o genericamente linguaggio.

In generale, il fumetto è un importante testimone dello sviluppo tecnologico: rilevante, a questo proposito, può essere l'osservazione di qualche copertina solo apparentemente scherzosa e ludica avente come tema centrale la navigazione.

Dalla prima, relativa ad avventure di eroi americani del XVI secolo nello stato del Michigan, si passa a quella di Asterix, famoso guerriero gallico, per poi arrivare a Paperino e a Homer Simpson, concludendo con una copertina di Dickens tratta da "The Pickwick Papers", preceduta dal mistero del Titanic e dall'illustre Time con Cornelius Shields, noto inventore di un modello di yatch da gara.

(Cover tratte dal sito <http://www.coverbrowser.com/>)













giovedì 2 maggio 2013

Navigazione e brevetti

Il brevetto (o più propriamente brevetto per invenzione) è un titolo giuridico in forza al quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell'invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinati, e consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l'invenzione senza autorizzazione.


Notizie interessanti sulla storia dei brevetti sono esposte in maniera concisa in questa pagina web: <http://www.shannon.it/blog/breve-storia-della-nascita-dei-brevetti/>
E' singolare notare come il primo documento ritrovato inerente i brevetti e la loro applicazione, lo Statuto dei Brevetti, fu approvato nella Repubblica di Venezia il 19 marzo 1474. Questo è l'incipit:

Abbiamo fra noi uomini di grande ingegno, atti ad inventare e scoprire dispositivi ingegnosi: ed è in vista della grandezza e della virtù della nostra città che cercheremo di far arrivare qui sempre più uomini di tale specie ogni giorno“.

Il primo brevetto relativo alla navigazione fu registrato il 26 Dicembre 1902 e rilasciato il 22 Settembre 1903. L'inventore di tale brevetto, dall'intestazione "Boat or vessel" e dal numero 739775, fu Hyram J. Bayard.
E' presente una stretta connessione con il romanzo di Conrad "Cuore di tenebra", che fa da sfondo a tale blog, in quanto il protagonista effettua un viaggio nel 1890 a bordo di un battello molto simile a quello descritto nella "patent".

Bayard basa le proprie teorie sulla stabilità del mezzo di trasporto, facendo riferimento a nozioni di tipo scientifico-matematico, e illustra in maniera chiara i corretti metodi di costruzione di una nave, i materiali di composizione, il funzionamento dei motori al proprio interno, e cosi via.





lunedì 29 aprile 2013

Cuore di tenebra: Citazioni e commenti del capitolo 2

Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Milano: Feltrinelli, 2011 (15a ed.)

Citazioni rilevanti del capitolo secondo.


<<'E come è arrivato l'avorio da tanto lontano?' ringhiò il più anziano, che pareva molto contrariato. L'altro spiegò che era arrivato con una flotta di canoe al comando di un meticcio inglese.>>
I metodi di trasporto di un materiale pregiato e ricercato dalle compagnie commerciali inglesi durante l'epoca colonialista del XX secolo in Congo risentono dell'arretratezza e del sottosviluppo del territorio controllato.

Metodi di traporto dell'avorio in Congo nel XX secolo


<<Dovevo cercare in continuazione il canale; dovevo distinguere i segni dei banchi di sabbia sommersi; stavo all'erta cerando i massi sprofondati; imparavo a serrare i denti con prontezza prima che mi mancasse il cuore quando rasentavo per un pelo qualche vecchio subdolo infernale tronco d'albero che avrebbe strappato la vita a quel battello di latta e affogato tutti i pellegrini; dovevo tener d'occhio le tracce di legno morto che avremmo potuto tagliare di notte per generar vapore l'indomani.>>

Il protagonista, comandante di un battello a vapore ridotto in condizioni precarie, sottolinea le abilità personali e la tenacia nella conduzione dell'imbarcazione. Nell'ultima riga è possibile intuire come alla fine dell' '800 fossero diffusi vaporetti atti all'esplorazione e alla navigazione costiera.

<<Dopo tutto per un marinaio sfregare la carena della nave che dovrebbe restare sempre a galla sotto la sua responsabilità è il più imperdonabile dei peccati. Nessuno verrà mai a saperlo, ma voi la botta non ve la scordate di certo - no? E' un vero colpo al cuore. Ve la ricordate, ve la sognate e - anni dopo - vi svegliate e ci ripensate>>

L'autore, navigante abile e competente, espone un aneddoto singolare, descrivendo una delle più ossessive preoccupazioni di un marinao fedele alla sua nave.

<<[..] quel sudicio battello si trascinava come un pigro scarafaggio che striscia sul pavimento di un nobile porticato.>>

In questo climax ascendente di attributi, Conrad paragona il battello vacillante, sporco e insicuro, al mare, elemento naturale etereo, chiaro, puro, incontaminato.

<<Dovevo affaccendarmi con biacca di piombo e strisce di coperte di lana per fasciare quei tubi di vapore che perdevano.>>

In preda a numerose difficoltà, il comandante si applica con dedizione nel riparare con metodi approssimativi dei tubi di vapore forati. Tali locuzioni evidenziano il tasso di regresso e di regressione che caratterizzava le zone africane nel XX secolo.

<<Sbirciava il manometro del vapore e l'indicatore del livello dell'acqua.>>

E' citato il manometro, strumento di misura della pressione dei liquidi, inventato nel 1705 da Pierre Varignon.

Manometro

<<Rimaneva [..] vicino alla porta un libro che raccattai. [..] Il titolo era Indagini su alcuni aspetti dell'arte marinaresca di un certo Towser, o Towson, capitano della Marina reale. [..] Towson o Towser indagava seriamente sulla resistenza alla rottura delle catene e dei paranchi delle navi e su altre faccende del genere.>>
L'autore allude a un opuscolo di un ignoto capitano della Marina militare inglese, concretamente ancora non identificato. Tale volume si rivelerà di grande ausilio per risolvere problematiche di ogni genere relative alla navigazione.

<<Indirizzai decisamente il battello verso la riva - dove l'acqua era più profonda, come appresi dallo scandaglio>>

Lo scandaglio è uno dei più antichi ed utilizzati strumenti idrografici e serve per misurare la profondità dell'acqua durante la navigazione. Nella sua forma primitiva era costituito da una cordicella ed un peso legato all'estremità. Il peso veniva gettato in acqua e conseguentemente si misurava la lunghezza della corda al momento del contatto con il fondale. Il sistema venne perfezionato nel corso del tempo, adeguando i materiali alla tecnologia disponibile. (descrizione tratta da <http://it.wikipedia.org/wiki/Scandaglio>)

Scandaglio
<<Quel battello era fatto come una chiatta pontata. Sul ponte c'erano due casette in legno di tek, con porte e finestre. La caldaia si trovava a prua e le macchine a poppa. Il tutto era ricoperto da un tetto leggero, sostenuto da quattro puntali. Il fumaiolo sbucava dal tetto, e proprio davanti al fumaiolo una stretta cabina, costruita con assi sottili, fungeva da cabina di pilotaggio. Conteneva una cuccetta, due seggiolini da campo, una Martini-Henry carica in un angolo, un minuscolo tavolino e la ruota del timone. Sul davanti un'ampia porta e due larghi portelli ai lati. Porta e portelli, naturalmente, erano sempre spalancati. Io passavo le mie giornate lassù, appollaiato all'estremità prodiera di quel tetto, davanti alla porta. Di notte dormivo, o cercavo di dormire, sulla cuccetta. Un atletico nero che apparteneva a non so quale tribù costiera e che era stato istruito dal mio sfortunato predecessore, era il timoniere. >>
Conard fornisce una descrizione minuziosa ed elegante del battello su cui è imbarcato il protagonista e dell'equipaggio di bordo, composto da individui dalle conoscenze sommarie e dalle abitudini di vita primitive.

venerdì 26 aprile 2013

Le unità di misura relative alla navigazione

La navigazione, come tutte le arti e le attività, ha subito nel corso dei secoli un processo di evoluzione graduale.





Sin dalla notte dei tempi, da quando si esercitava una “navigazione a vista”, l'orientazione era intuitiva e semplice. Il marinaio con metodi empirici, navigando lungo la costa, riusciva a percepire la distanza da un punto semplicemente osservandolo; esso sapeva, inoltre, avvertire le forze che vento e correnti imprimevano sull'imbarcazione.Più i marinai prendevano dimestichezza con la natura, più metodi scoprivano per potersi orientare nel corso dei loro viaggi: dalla misurazione della profondità dei fondali per capire la distanza da costa e secche all’osservazione del sole e delle stelle.





Sistema di posizione navale


Oggi la navigazione è una scienza precisa, che si avvale di calcoli e misurazioni dettagliate effettuate da strumenti elettronici "infallibili".


Fondamentale importanza nella navigazione assume la determinazione delle coordinate terrestri. Immaginiamo la Terra come un ellissoide che gira su se stesso attorno a un asse obliquo, e suddividiamola in una fitta rete di infinite linee immaginarie, i paralleli e i meridiani. L’equatore è il circolo massimo che divide l’ellissoide in due regioni, emisfero Nord ed emisfero Sud. Si chiamano paralleli le circonferenze minori parallele all’equatore. Invece, gli assi ortogonali all’equatore si chiamano meridiani. 
La latitudine è l’arco di meridiano compreso tra l’equatore e il punto considerato. Si esprime in gradi, primi e secondi e ha nome Nord o Sud a seconda che il punto si trovi nell’emisfero settentrionale o in quello meridionale.


La longitudine è l’arco di equatore compreso tra il meridiano di Greenwich (quello che passa per Londra) e il punto considerato. Si esprime in gradi, primi e secondi ed ha nome Est o Ovest a seconda che il punto si trovi a destra o a sinistra del meridiano di Greenwich.













Questo sistema di localizzazione, come detto in precedenza, è ormai completamente automatizzato e il computer di bordo calcola in pochi secondi la posizione attuale, quella di arrivo e molte altre informazioni vitali per la navigazione, come la velocità della nave, il tempo necessario per arrivare a destinazione e la distanza da percorrere.

Radar moderno

Per velocità e distanza si utilizzano unità di misura derivanti dal mondo anglosassone: i nodi e le miglia marine (entrambe non fanno parte del SI).
Il nodo è l’unità di misura per la velocità ed è equivalente a 1 miglio nautico all’ora (1,852 km/h), a 0,544444 m/s e a 1 Nm/h (per definizione).
In ambito internazionale la sua abbreviazione è kn, ma nei paesi anglosassoni si trova anche l’abbreviazione kts, per il plurale (dall’inglese knots, nodi).
Il miglio è l'unità di misura per la lunghezza, il cui valore, variabile da 1 a 2 km circa, cambia a seconda delle epoche storiche e dei vari paesi. La parola miglio deriva dall'espressione latina milia passuum, che nell'Antica Roma denotava l'unità pari a mille passi (1 passo = 1,48 metri). 
Le miglia tutt'ora in uso sono:
  1. Miglio terrestre o miglio inglese: nel sistema imperiale britannico corrisponde a 1.760 iarde e a 5.280 piedi. È lungo esattamente 1.609,344 metri. Viene tuttora comunemente usato nei paesi anglosassoni.
  2. Miglio d'equatore o geografico: è pari alla lunghezza dell'arco di equatore corrispondente a un minuto d'arco di longitudine, cioè circa 1.855,325 m.
  3. Miglio marino o miglio nautico internazionale (nautical mile): è lungo esattamente 1.852 metri, secondo la definizione stabilita nel 1929 dalla International Extraordinary Hydrographic Conference di Monaco di Baviera. Il Sistema Internazionale di unità di misura ne ammette l'uso per la navigazione aerea e marittima.
  4. Miglio marino inglese o miglio nautico inglese: pari a 1.853,18 m.
  5. Miglio marino USA o miglio nautico USA: pari a 1.853,24 m.
Le miglia non più in uso sono:

  1. Miglio romano = 1.480 m
  2. Miglio austriaco = 7.585 m
  3. Miglio di posta austriaco = 7.585,94 m
  4. Miglio danese = 7.532 m
  5. Miglio italiano = 1.851 m
  6. Miglio norvegese = 11.295 m
  7. Miglio nederlandese = 7.408 m
  8. Miglio nuovo nederlandese = 1.000 m
  9. Miglio del Reno (di Prussia) = 7.532 m
  10. Miglio romeno = 7.848 m
  11. Miglio russo (Versta) = 1.067 m
  12. Miglio svedese = 10.638 m


Anticamente in alcune navi la velocità veniva misurata lanciando un solcometro dalla poppa. Il solcometro era formato principalmente da una sagola alla cui estremità era legato un travetto di legno, e lungo la quale erano stati fatti dei nodi posti ad una distanza fissa di circa 50 piedi e 7,6 pollici (15,433 m). Il calcolo veniva effettuato da due marinai posti a poppa dell'imbarcazione: uno doveva lanciare la sagoletta e contare quanti nodi attraversavano le sue dita, l'altro teneva il tempo usando una clessidra di 30 secondi. Dato che 15,433 m equivalgono a 1/120 di miglio marino, mentre 30 secondi equivalgono a 1/120 di ora, il conteggio dei nodi passati tra le dita del marinaio, in trenta secondi, corrispondeva alla velocità della nave.


Tabella di conversioni